Nella scorsa settimana si sono succedute diverse notizie, anche in apparente contraddizione, riguardo il ricorso degli specializzandi.
Il Sole 24Ore Sanità, il 5.3.07 pubblicava la decisione n. 427 del 6.2.07 del Consiglio di Stato che respingeva il ricorso di alcuni medici, che avevano frequentato i corsi di specializzazione tra 1982 e il 1991.
In televisione e sul Doctor News del 12.03.07 veniva riportata la notizia che il Tribunale di Roma ha condannato lo Stato italiano al risarcimento in favore degli oltre 750 medici specializzati che, tra il 1983 e il 1991, non hanno percepito alcuna remunerazione per l’attività di formazione effettuata: a loro è stata riconosciuta la borsa di studio, in base alle direttive comunitarie, per un valore complessivo di circa 34 milioni di euro, che equivalgono a circa 45 mila euro a testa. Il giudizio è stato motivato dal mancato adempimento dello Stato italiano alle direttive Cee.
La sentenza riguarda solo un piccolo gruppo di ricorrenti ma di fatto riapre le speranze per tutti coloro che sono in attesa di una sentenza su ricorsi pendenti tra i vari organismi giudicanti.
Riteniamo che la questione “specializzandi” debba essere riaperta soprattutto nella ricerca di una soluzione politica come già prospettato in passato.
Ciò non significa far passare in secondo piano l’iter giudiziario del ricorso a suo tempo promosso dalla Nuova ASCOTI.
Interpellato l’ Avv. Valter Gallone, che segue il ricorso presentato dai nostri iscritti, ci ha inviato delle note con il punto della situazione, precisando inoltre che sta predisponendo un piano organizzativo per introdurre il nuovo giudizio – secondo i principi elaborati dal tribunale di Roma – da sottoporre alla nostra attenzione.
Il Segretario Nazionale Nuova ASCOTI
Claudio Sarti
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