I soggetti affetti da patologie croniche possono disattendere ordine di servizio su reparti Covid-19
Ecco quanto predisposto dall’Inps:
Al fine di chiarire la corretta identificazione dei casi da tutelare con certificazione di malattia, in situazioni di emergenza da Covid-19, coloro che hanno patologia cronica e/o immunodepressi ma asintomatici, essendo maggiormente esposti a rischio di contrarre infezione, dovranno inviare un certificato di malattia all’Inps, da identificare col codice V07 (persone con necessità di isolamento, altri rischi potenziali di malattie e misure profilattiche), inoltre, andrà specificata in campo diagnosi la patologia cronica associata o la causa di immunodepressione.
Ad ogni buon fine, il dipendente (pubblico o privato) dovrà riferire e fornire alla sua amministrazione (al suo datore di lavoro) la documentazione pregressa attestante la patologia riportata e, sicuramente, potrà essere considerato un soggetto fragile, per cui, ove non potrà essere utilizzato in forma di smart working, a seconda della riformulazione dei piani di lavoro aziendali, così come previsto dall’autorità pubblica e dalle disposizioni regionali, potrà rimanere a casa.
Diverso il caso dei dipendenti, pubblici o privati in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità, o in possesso di certificazioni rilasciate da competenti organi medico legali, ai sensi dell’art. 3 comma 1 e 3 L.104/1992, per i quali, fino al 30 Aprile, il periodo di assenza dal servizio, prescritto dalle competenti autorità sanitarie, è equiparato al ricovero ospedaliero.
Il Presidente Nuova A.S.C.O.T.I.
On. Dott. Michele Saccomanno