“L’indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Affari Sociali della Camera non sembra portare a nulla di nuovo rispetto a quanto denunciato, in questi anni, dalla Federazione CIMO-FESMED. Partendo dalla medicina del territorio, alla carenza di posti letto, alla riduzione delle liste di attesa, al potenziamento e tutela del personale sanitario, fino alla riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza, prendiamo atto dell’ennesimo documento di analisi di un contesto che richiede, semplicemente, atti concreti e urgenti decisioni politiche”.
Ha commentato Guido Quici, presidente del sindacato medico CIMO-FESMED, a seguito dell’indagine conoscitiva della Commissione Affari Sociali presentata alla Camera. “Di diagnosi ne abbiamo a sufficienza, le terapie le conosciamo, ma manca il farmaco perché probabilmente costa e non è più il tempo di somministrare l’ennesimo placebo. I medici ospedalieri e, in particolare, i medici che lavorano nell’emergenza-urgenza sono stufi di essere aggrediti, di essere sottopagati, di essere privi di una vita familiare, di morire professionalmente perché in questi ultimi 20 anni nessuno si è curato di loro. Come Federazione CIMO-FESMED, cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMOP, CIMO e FESMED, intendiamo aprire una vertenza, quella del medico ospedaliero, che dimenticato dal post covid, continua a vivere un profondo disagio umano e professionale”.
“Se davvero si vuole risolvere parte delle problematiche che affliggono i nostri Pronto Soccorso, allora occorre recuperare il 50% dei 38.000 posti letto chiusi in questi anni; risolvere urgentemente la questione della responsabilità penale con interventi strutturali e non attraverso documenti finalizzati unicamente a scoraggiare la “lite temeraria”; potenziare gli ambulatori territoriali per recuperare gli oltre 80 milioni di prestazioni non erogate in questi anni; recuperare immediatamente la grave carenza di medici ed infermieri in deroga al blocco del tetto di spesa. Noi aggiungiamo, perché non rilevato nel documento, adeguare il salario dei professionisti notoriamente sottopagati rispetto ai colleghi europei”