“Non siamo assassini e della solidarietà, dei tavoli di confronto, delle dichiarazioni di sostegno non ce ne facciamo più nulla. Il pestaggio avvenuto al Policlinico di Foggia ai danni dei nostri colleghi ci lascia basiti soprattutto per la facilità con cui è stato commesso e l’impunità. Consentire a ben 50 persone di fare irruzione in un reparto ospedaliero vuol dire che sono state violate le più elementari regole di controllo”. Non ci stanno i leader dell’ Anaao Assomed Pierino Di Silverio e della Cimo-Fesmed, Guido Quici a far passare sotto silenzio l’ennesimo caso di violenza in corsia, dopo un’estate che ha fatto registrare un picco di aggressioni.
“Non vogliamo che questi episodi rientrino in una specie di ‘routine della violenza’ che si ripete quasi con monotona regolarità e alla quale si stanno abituando tutti, dalla politica, alle istituzioni all’opinione pubblica. Per non parlare dell’inaccettabile insensibilità delle Aziende, indifferenti al dovere di mettere in sicurezza i propri ospedali oltre che il personale che vi opera”.
“Chiediamo quindi un piano straordinario di riforma del sistema delle cure e dell’emergenza e nell’immediato un incontro con il Ministro della salute affinché vengano condivise misure urgenti che possano fare da deterrente a questi raid insensati. In mancanza di risposte, non abbiamo altra soluzione che abbandonare gli ospedali”.
“Non è nostro compito entrare nel merito della vicenda, ma per parte nostra – concludono Di Silverio e Quici – ci costituiremo parte civile in caso di denunce garantendo il massimo supporto legale e psicologico ai nostri colleghi”.
“Non vogliamo che questi episodi rientrino in una specie di ‘routine della violenza’ che si ripete quasi con monotona regolarità e alla quale si stanno abituando tutti, dalla politica, alle istituzioni all’opinione pubblica. Per non parlare dell’inaccettabile insensibilità delle Aziende, indifferenti al dovere di mettere in sicurezza i propri ospedali oltre che il personale che vi opera”.
“Chiediamo quindi un piano straordinario di riforma del sistema delle cure e dell’emergenza e nell’immediato un incontro con il Ministro della salute affinché vengano condivise misure urgenti che possano fare da deterrente a questi raid insensati. In mancanza di risposte, non abbiamo altra soluzione che abbandonare gli ospedali”.
“Non è nostro compito entrare nel merito della vicenda, ma per parte nostra – concludono Di Silverio e Quici – ci costituiremo parte civile in caso di denunce garantendo il massimo supporto legale e psicologico ai nostri colleghi”.