Siamo all’assurdo. Proprio adesso ci si ferma sul più bello. Sembrava tutto ormai pronto, invece esistono ancora problemi per l’operatività del cumulo gratuito dei contributi per i professionisti, introdotto dall’ultima legge di stabilità.
Anche la firma della convenzione fra Inps e Adepp, l’associazione delle casse private, che appariva l’ultimo ostacolo presente sul percorso, non è sufficiente a superare il disaccordo sul costo di gestione delle singole pratiche, quantificato in euro 65 per ogni pratica.
L’Inps ha invitato le singole Casse a sottoscrivere una convenzione quadro con ripartizione dei costi in misura proporzionale alle rispettive quote di pensione erogate. L’Adepp, dal canto suo, ritiene che le Casse debbano farsi carico delle quote di pensione di propria competenza e dei relativi oneri, come era previsto per le pensioni in totalizzazione, secondo quanto previsto dalla convenzione Inps in vigore dal 2007, ancor più oggi che, con l’estensione del cumulo alle casse professionali, lo Stato ha riconosciuto all’Inps un maggior finanziamento.
Dopo un’attesa lunga un anno, la piattaforma informatica dell’Inps resta inattiva e l’iter normativo non è ancora terminato. Le singole casse devono firmare convenzioni singole con l’Inps, anche se hanno già provveduto a rendere i propri regolamenti compatibili con le nuove disposizioni e si attende il rilascio, da parte di Inps, di una procedura automatizzata per la gestione delle domande.
Nel frattempo che l’Inps e le Casse non trovano la quadra su chi debba accollarsi i costi di gestione delle pratiche, molti professionisti hanno abbandonato il loro lavoro confidando nell’immediata pensione, ma in effetti, continuano ad aspettare senza stipendio e senza pensione fino a quando sarà fatta chiarezza sulla ripartizione dei 65 euro.
Michele Saccomanno, presidente del sindacato degli ortopedici Nuova Ascoti