Lettera del Presidente Nuova A.S.C.O.T.I. On. Dott. Michele Saccomanno sulla sicurezza degli ortopedici Covid-19
La Nuova ASCOTI richiama il Governo Nazionale, i Presidenti delle Regioni e i Direttori Generali delle Asl al rispetto della salvaguardia della salute, della vita degli operatori sanitari e delle loro famiglie. Gli ortopedici sono al fronte con tutti gli altri.
La popolazione ci chiama EROI, ma chi ci governa non può trasformarci in MARTIRI.
Siamo professionisti con la missione di curare e salvare se possibile, la vita altrui, ma chiediamo alle Istituzioni di rispettare con i fatti il loro dovere, anch’esso costituzionale, di preservarci il diritto alla salute.
Pretendiamo di essere tutelati, seconde le migliori pratiche internazionali, nello svolgimento del nostro lavoro.
Per essere il migliore Servizio Sanitario al mondo (la politica se n’è fregiata), dobbiamo essere trattati con dignità, e non mandati allo sbaraglio.
Secondo le direttive OMS ogni lavoratore sanitario dovrebbe avere una scheda-intervista della ASL con i seguenti dati, finalizzati al corretto uso di ogni mezzo di tutela della salute del lavoratore e stabilendo, quindi, la categoria di rischio:
1. stabilire se il medico sia stato nella stessa casa o nella stessa stanza con pazienti successivamente confermati positivi al Covid-19;
2. stabilire se il medico si sia mai incontrato a meno di un metro con persone successivamente confermate Covid-19 positivi.
Nei suddetti casi Il medico va considerato come tutti gli esposti al possibile contagio e, quindi, va ricostruita la sua storia personale con le proprie patologie e le modalità (inclusi i contatti accidentali con liquidi biologici), annotando la frequenza degli incontri e valutando il tipo di protezione usata durante tutti i possibili contatti.
In base a queste valutazioni la Asl deve assicurare il diverso management previsto dall’OMS per lavoratori ad alto o basso rischio di malattia Covid-19.
Per l’ortopedico, cui il traumatizzato arriva per trasferimento, è fondamentale che le Direzioni Sanitarie abbiano definito e controllato le procedure per la valutazione del grado di rischio del paziente.
L’ortopedico in ambulatorio e nelle consulenze in Pronto Soccorso deve essere messo in condizione di agire in sicurezza, con dotazioni di DPI adeguate, in un approccio che è sempre molto di contatto e manuale.
Un approccio chirurgico che frequentemente in sala operatoria ha bisogno del coinvolgimento di più soggetti e l’attenzione alle dotazioni di protezione non può avere precarietà per nessun operatore coinvolto, pena il pericolo per tutti.
Queste disposizioni devono essere un bagaglio informativo per tutti gli operatori sanitari e per i loro Sindacati.
Si dovranno utilizzare DPI adeguati in base al rischio di esposizione (ad es. tipo di attività) e alla dinamica di trasmissione dell’agente patogeno (ad es. contatto, gocciolina o aerosol). Considerando che per la protezione dai virus sono indicati solo i tipi FFP2 e FFP3 oppure N95 secondo la classificazione americana
Ogni operatore sanitario che possa venire in contatto con un paziente contagiato deve essere provvisto di mascherina omologata Ffp3, camice monouso idrorepellente, guanti e occhiali di protezione
Per la notevole diffusione sul territorio dovremmo avere le stesse precauzioni dei confermati anche per i sospettati, e quindi anche loro dotati di adeguata DPI.
Si dovrà controllare che Ospedali pubblici e privati blocchino gli interventi non urgenti per ridurre i possibili contagi, verificando che non vi siano ritorsioni sul personale per mancato ossequio ad indirizzi non rispettosi della legge da parte delle diverse Direzioni.
Negli Ospedali Pubblici e privati devono essere eseguiti solo trattamenti ambulatoriali e di ricovero non differibili, come indicato dagli indirizzi ministeriali.
Anche per la chirurgia degli espianti deve essere impedita quella che non preveda la immediata utilizzazione degli organi espiantati. Proibendo di mettere a rischio il personale sanitario ad essa preposto.
I pazienti visitati in questo periodo devono essere tracciabili per almeno i successivi 14 giorni a tutela del personale sanitario venuto a contatto.
Anche al fine di evitare interventi inappropriati si richiede che gli ortopedici siano utilizzati secondo la propria specializzazione. Ove si richiedesse, per l’emergenza, una disponibilità in una differente disciplina, dovrà essere prevista, con formale ordine di servizio, anche manleva da responsabilità professionale, tranne che per dolo, rinunciando ad ogni possibile rivalsa.
Ogni Regione dovrà prevedere con pubblica informazione la guida protetta al rientro del medico guarito dal contagio Covid-19
Questa Associazione Sindacale ritiene che, dalle informazioni derivanti dal territorio, non si possa non diffidare ogni livello di responsabilità amministrativa dall’adempiere alle tutele previste per il personale, dichiarando la propria disponibilità a difendere i propri iscritti, in ogni opportuna sede, per le conseguenze derivanti dalla non osservanza delle norme di tutela della salute per gli operatori e per le loro famiglie.
Il Presidente Nuova A.S.C.O.T.I..
On. Dott. Michele Saccomanno