Roma, 21 febbraio 2022 – Comunicato stampa della FEDERAZIONE CIMO-FESMED
Un tavolo di lavoro permanente per approfondire ed elaborare proposte sulla professione medica, l’organizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali e ogni tema ritenuto, di volta in volta, rilevante per la categoria. È il progetto della Federazione CIMO-FESMED presentato questo pomeriggio al ministro della Salute Roberto Speranza dal presidente della Federazione Guido Quici e dal vicepresidente Giuseppe Ettore. Un piano di lavoro con commissioni dedicate ad ogni specialità medica composte dai Presidenti di Ordine che si riconoscono nella politica federale, dai sindacati che aderiscono alla Federazione (CIMO, FESMED, ANPO-ASCOTI, CIMOP e ANMDO) e aperto al contributo delle società scientifiche.
«Ringraziamo il ministro Speranza per la disponibilità e per la sensibilità dimostrata verso i problemi dei medici, non ultimo il riconoscimento economico per le famiglie dei colleghi deceduti a causa del Covid-19 – commentano Quici ed Ettore –. Problemi emersi con forza dal sondaggio che la Federazione ha lanciato nei giorni scorsi, che mette in luce il profondo disagio degli ospedalieri: il 72% sarebbe infatti pronto a lasciare l’ospedale».
«Un grido d’allarme – proseguono – che non può rimanere inascoltato e che abbiamo rappresentato al Ministro. Intanto, nelle prossime settimane la Federazione inaugurerà un tavolo di lavoro dedicato alla professione e ai professionisti, che devono tornare al centro di ogni riforma che riguarda la sanità»
«Abbiamo illustrato al Ministro – aggiungono Quici ed Ettore – alcuni problemi che devono essere inevitabilmente affrontati e risolti nel breve termine, a partire dalla necessità di un maggior controllo sulla effettiva applicazione dei contratti di lavoro a livello decentrato e l’urgenza di concludere la trattativa per il rinnovo del contratto dei medici dell’ospedalità privata, che attendono da 13 anni una rivalutazione delle retribuzioni e addirittura da 17 anni un aggiornamento della parte normativa».
«Oltre alle nuove strutture previste dal PNRR e oltre alla riforma della sanità territoriale – il messaggio conclusivo di Guido Quici e Giuseppe Ettore – bisogna rimettere al centro i professionisti. Senza di loro, il Servizio sanitario nazionale non ha futuro».