Errori medici, rivalsa a due vie per l’azienda verso l’operatore
Nel caso in cui un’azienda sanitaria pubblica venga condannata a risarcire un paziente danneggiato in conseguenza dell’errore commesso da un proprio ausiliario, la Pa può agire nei confronti di quest’ultimo per recuperare l’importo risarcito. E lo può fare sia esercitando l’azione di rivalsa amministrativa (in quanto danno erariale indiretto), sia dando corso alle ordinarie azioni civilistiche di responsabilità, senza che tale concorso di azioni comporti una duplicazione illegittima delle pretese risarcitorie, né una violazione del principio del “ne bis in idem”.
È quanto afferma la Cassazione a Sezioni Unite che, nell’ordinanza 17634 del 26 giugno, richiama il proprio precedente orientamento (pronuncia 21992 del 12 ottobre 2020) e conferma la tesi del “doppio binario” giurisdizionale, rilevando incidentalmente che, in tema di responsabilità sanitaria, questa tesi è stata ribadita dall’articolo 9 della legge Gelli (24/2017).
Attenzione però: il doppio binario non può condurre a cumulare i risarcimenti, per cui se il danno viene ristorato interamente in una sede non può essere promossa l’altra azione (mentre in caso di ristoro parziale in sede contabile si potrà procedere solo per la differenza in sede civile, e viceversa).